sabato 21 aprile 2012

ERANO VILI INCAPPUCCIATI


Oh, quel fetido casolare!
Abbandonato. Vecchi rifiuti.
Neppure il cielo sopra il mio pianto.
Ma quattro corpi. A turno. Il vanto.

Erano vili incappucciati.

Ho chiuso gli occhi fra spazzatura:
Finisca presto questa tortura!”
Quanto dolore, quanta paura,
con quel coltello sotto il mio collo!

Mi fate schifo”. Ma non fiatavo.
Mi fate male”. Ma non urlavo.
Mamma, proteggimi!” Che voce vana!
Il branco ride. “Taci, puttana!”

Erano vili incappucciati.
La mia persona hanno stuprato.
C'era un gran buio in quella notte.
Restò un'allodola con l'ali rotte.

Con gli occhi neri, insanguinata,
lacera, pesta, ormai segnata,
sono lì sola fra le rovine.
Chiedo perché. Non ho risposte.

Le mie macerie, fra sangue e pianto,
rimetto insieme e vado avanti.
Io mi vergogno. E per orrore
mi porto addosso il loro odore.


Mi sento sporca. Un usa e getta.
Fra le ginocchia pongo la testa.
Mi copro gli occhi. Io mi nascondo.
Si, mi vergogno. Fuggo dal mondo.

Anche se vittima,
so che qualcuno non mi perdona
d'essere donna. L'antica Eva.
La tentatrice, maliarda e strega.

Erano vili incappucciati.
Pietà! Ho vent'anni.” “Io trentatré”
Io ne ho quattordici. Sono bambina”
Sei nata femmina. Peggio per te.”

Maria Pia

Nessun commento:

Posta un commento